Riassunti in Italiano

Fabio Bassoli
I PRINCIPI SISTEMICI DELLA MEDIAZIONE NELLA FAMIGLIA E NELLE ISTITUZIONI
In questa presentazione si delineano le basi delle scelte fatte dall’AIMS nel proporre una mediazione sistemica, cioè aderente ai principi dell’approccio sistemico e relazionale. La famiglia e la mediazione dei conflitti intrafamiliari rappresenta ancora oggi il campo predominante di un intervento mediatorio, comunque rivolto anche ad altri contesti. Viene introdotta la concezione di intermediazione, nella sua funzione di connessione tra le parti coinvolte nella rete di relazioni che si generano intorno ai conflitti.


Isabella Buzzi
ADR E MEDIAZIONE FAMILIARE IN EUROPA E IN ITALIA
Il presente contributo ha lo scopo di descrivere brevemente il panorama europeo e italiano relativamente alla diffusione della mediazione con particolare attenzione alla mediazione familiare. Nella prima parte ci si occuperà della normativa europea e della diffusione della mediazione dei conflitti sia in ambiti non strettamente connessi alla famiglia, sia in ambito familiare. Verranno enunciati e brevemente descritti i principali modelli di mediazione familiare diffusi in Europa. Nella seconda parte verrà descritta la situazione normativa italiana concernente le ADR e la mediazione familiare, la situazione della formazione alla mediazione familiare e la situazione della pratica della mediazione.

Francesco Canevelli
DUE ASPETTI CRITICI DELLA MEDIAZIONE FAMILIARE
Il Dott. Canevelli propone una riflessione su importanti aspetti critici della mediazione in caso di separazione e divorzio.
In particolar quello che riguarda la scarsa visibilità della Mediazione in Italia e quale ne sia la causa. C’è poca chiarezza in merito al vero ruolo della mediazione. Non si tratta solo di centrarsi sul conflitto ma anche sull’elaborazione della separazione.
Giancarlo Francini
Il MALINTESO E LE CULTURE: QUALE MEDIAZIONE?
Collocando il conflitto culturale all’interno dei conflitti di comunità, l’approccio sistemico permette di cogliere la sua natura nelle dinamiche comunitarie e fornisce gli strumenti teorici per poterlo affrontare. Ma oltre la visone sistemica l’articolo ricerca un approfondimento sulla dimensione relazionale propria dell’incontro con l’altra cultura, con la diversità, con il malinteso. E proprio prendendo le mosse dal concetto di Malinteso, si esamina la dinamica tra migrante e paese ospitante dal punto di vista delle politiche dell’accoglienza francofona o anglofoba, e per ognuna di queste dimensioni sociali passa a ipotizzare il ruolo della mediazione culturale.
L’articolo cerca di dimostrare come ogni appiattimento del malinteso ed ogni evitamento dell’incontro non fa che esasperare o rendere più probabile il conflitto, senza dimenticare che il conflitto con l’altro non può che rimandare ai conflitti all’interno dello stesso paese ospitante e della comunità indigena, come dimostra il caso della Legge sulla Laicità, varata dal governo francese, che qui si riporta a livello esemplificativo.



Gennaro Galdo
APPUNTI PER LA TERZA CIBERNETICA
DAL HIC ET NUNC AL TIMING, DAL CONTROLLO DELLA RELAZIONE ALL’EMPOWERMENT.
L’atricolo offre una panoramica sulla III cibernetica partendo da alcune riflessioni di natura epistemologica e ripercorrendo le tematiche principali e fondamentali della I e II Cibernetica e relativi strumenti pratici elaborati ed utilizzati, confrontandoli con quelli della terza soprattutto per quanto riguarda l’uso del tempo. Conclude con due osservazioni riguardo le applicazioni della III cibernetica nella mediazione e nella consulenza.


Mauro Mariotti
IL COUNSELLING SISTEMICO NEI VARI CONTESTI
Il Counselling sistemico- riflessioni epistemiche
Dopo una lunga riflessione introduttiva sul counselling e sulla figura del counselor, il dott. Mariotti da un’ampia panoramica della figura del counselor nei vari contesti: il conselling del lavoro e per soggetti svantaggiati, il counselling scolastico, il counselling per i medici, il co-counselling, il counselling alla famiglia ed infine il counselling individuale.

Paola Stradoni
L’IDENTITA’ INCERTA DELLA MEDIAZIONE ISTITUZIONALE
L’articolo affronta l’interrogativo dell’identità del mediatore nei contesti organizzativi, analizzando l’ambiguità dei ruoli e delle cornici che si intrecciano nei possibili percorsi di mediazione istituzionale. In particolare si affrontano i rischi intrinseci a un setting di mediazione che, ogni volta, deve essere creato. Da ultimo vengono illustrate strategie per far fronte a questa incertezza identitaria, sia per chi si propone come mediatore pur non essendo terzo rispetto al sistema in conflitto, sia per chi si propone come mediatore partendo dalla posizione di consulente esterno.

Alessandro Barberis
L’ESPERIENZA DI MEDIAZIONE NELLE AZIENDE
Con il suo intervento ci porta un’esperienza di mediazione diversa perché all’interno di un contesto particolare quello aziendale. Ma come lui stesso dice la capacità di mediazione, o meglio l’esercizio della mediazione tocca tutti gli ambiti della vita, è un modo di affrontare i problemi, e quindi riguarda il mondo del lavoro. Il contesto aziendale è un delicato e complicato sistema di relazioni in special modo dentro le imprese e tra le imprese e l’ambiente esterno. Spiega quindi cosa significa “mediare” per un manager e racconta la sua esperienza personale.

Lilia Andreoli
NEL LABIRINTO DEI CONFLITTI: TEORIE, PRATICHE E CONTESTI DELLA MEDIAZIONE E DEL COUNSELLING SISTEMICO
L’articolo ci porta diversi contributi fatti di esperienze di mediazione scolastica presentate all’interno della sessione di Mediazione Scolastica che hanno evidenziato con molta chiarezza la “complessità” e la struttura “a labirinto” che il lavoro all’interno delle istituzioni comporta ed in particolar modo della istituzione scolastica.
Il tentativo dei relatori è stato quello di proporre percorsi di ricerca a più livelli che potessero in qualche modo facilitare il movimento delle persone all’interno del labirinto, ma soprattutto dessero un’opportunità di scoperta del “filo che collega tutti gli stati dell’esistenza fra loro e al loro Principio”.
Il percorso proposto prende avvio dall’esposizione di una situazione di mediazione scolastica nella quale sono presenti più livelli di intervento:
mappatura dei sistemi coinvolti
- narrazione delle criticità che hanno condotto alla richiesta di intervento
- accordo e progettazione con l’istituzione scolastica
- fase operativa del progetto su tre livelli: azione semplice-interazione-coreografia
- analisi del linguaggio e dei processi che accompagnano la costruzione dei significati da parte dei partecipanti
- passaggio dalla mediazione riparativa che costituisce in sintesi la prima parte del percorso alla mediazione per la cooperazione, dove le parti in gioco cominciano a condividere dei pezzi di percorso, degli obiettivi minimi.


Alessandra Colombara
MEDIAZIONE SCOLASTICA – AREA STUDENTI
Questa relazione mostra il modello organizzativo dei progetti di mediazione scolastica – area studenti.
Sono presi in esame:
- il contesto
- i meta-obiettivi
- i tempi
- il setting
- le modalità di conduzione
All’interno della “traccia” si delinea un possibile percorso di mediazione che inizia dalla costruzione di un linguaggio comune per arrivare alla proposta di tecniche di mediazione dei conflitti.
La relazione mette in evidenza nella parte conclusiva narrazioni di esperienze di mediazione condotte con gli studenti, una per ogni tipologia di mediazione (allargata, riparativa, per la cooperazione).


Mili Ghiotto
CONVIVERE, COMUNICARE, COOPERARE: UNA PROPOSTA –INTERVENTO PER UNA CLASSE SECONDA ODONTOTECNICI – POLO GIOVANI LEVANTE – GENOVA- RESPONSABILE
In questa relazione vengono esplicitate con particolare attenzione le tensioni, le incertezze, i tentativi che precedono, per un èquipe di lavoro, la presentazione di un progetto che coinvolga, insieme alla componente adulti, gli studenti delle scuole medie superiori.
Ogni incontro è un momento di prova per adulti e ragazzi, è proposta di un percorso, che utilizzando tecniche già conosciute, aiuta ad affrontare un percorso di apprendimento alla gestione dei conflitti, ma altresì di apprendimento delle modalità di funzionamento dei gruppi, per promuovere stili relazionali differenti ed in grado di ridurre la distanza esistente tra la percezione e e le aspettative che i singoli hanno rispetto alla propria classe.



Conny Leporatti
“LE COSE BELLE CHE NON TI HO DETTO”
LINEE GUIDA E DESCRIZIONE DI UN PROGETTO DI MEDIAZIONE SCOLASTICA QUALE STRUMENTO DI PREVENZIONE DEL DISAGIO PSICO-SOCIALE
In questa relazione indica delle linee guida per un progetto di mediazione scolastica inteso come strumento di prevenzione del disagio psico-sociale, attraverso:
- la definizione di un contratto di collaborazione con l’istituzione scolastica
- la definizione di una fase di sensibilizzazione
- la definizione di percorsi di mediazione (mediazione tra pari diadica- mediazione tra pari in gruppo-mediazione intergenerazionale- peer mediation)
- la verifica dei risultati e l’analisi di elementi di criticità emersi


Luca Orazzo, Immacolata Sarnacchiaro
LA PEER MEDIATION ED IL COMPORTAMENTO PROSOCIALE: L’IPOTESI DI UNA RISTRUTTURAZIONE COGNITIVA
In questa relazione vengono esaminati i risultati di una ricerca che intende mettere in luce come attraverso una migliore gestione della conflittualità all’interno del sistema scolastico tra i singoli alunni e tra gli alunni ed i docenti, sia possibile facilitare un incremento della capacità di “mettersi nei panni di” ed in questo senso aumentare la tendenza al comportamento prosociale.
La ricerca, già presentata, nello scorso congresso di Riccione, è stata arricchita di importanti considerazioni che connettono in qualche modo il protocollo di ricerca con gli studi che attualmente si stanno conducendo nel settore.


Paola Terenzi, Elena Rubbi
“BOLOGNA BENE…BOLOGNA MALE”
MEDIAZIONE SCOLASTICA COME STRUMENTO DI RICONCILIAZIONE O SEPARAZIONE?
Questa relazione mette in luce un’ipotesi di intervento di mediazione scolastica in un conflitto tra adulti (insegnanti e genitori), sulle ripercussioni che questa modalità relazionale ha sulle istituzioni coinvolte e sui fruitori del servizio (bambini di scuola materna).
Rappresenta un’ipotesi di lavoro per i futuri mediatori soprattutto per la complessità e l’intrecciarsi delle dinamiche relazionali tra le figure coinvolte.
Maria Grazia Papi
MEDIAZIONE SCOLASTICA O MEDIAZIONE A SCUOLA?
In genere negato perché considerato una disfunzione, il conflitto è invece molto spesso presente nella scuola come luogo di lavoro, ma soprattutto come comunità educativa e si manifesta nella classe, il nucleo attorno a cui ruota tutta l’organizzazione scolastica, concretizzandosi nelle relazioni insegnanti/alunni e alunni/alunni.
Introdurre la mediazione a scuola diventa quindi una necessità, ma essa diventa “specialistica”, ossia “scolastica” solo quando si occupa dei conflitti che investono l’essenza stessa della scuola e che si manifestano nel gruppo classe dove interagiscono persone con status diversi, insegnanti e alunni.
Vari sono i conflitti che nascono, come dimostrano i risultati di una breve ricerca effettuata in una scuola superiore, che possono nuocere all’opera educativa vanificandola o rendendola meno costruttiva.
Ogni insegnante può costruire la propria capacità di mediazione, ponendosi in un’ottica diversa e diventando un punto di riferimento per i suoi studenti, all’occasione allora potrà anche mediare per conflitti che nascono fra di loro.
La Peer Mediation, la mediazione fra alunni fatta dagli alunni stessi è un progetto ambizioso, che richiede la collaborazione di diverse forze, per iniziare, per instaurare un clima più sereno in tutta la scuola, bisognerebbe cominciare con corsi di sensibilizzazione al concetto di conflitto, comunicazione e mediazione alle diverse componenti – insegnanti, alunni, personale non docente, genitori – ma con particolare riguardo ai protagonisti della scuola: insegnanti e alunni.
Robert Emery
UNA MEDIAZIONE EMOTIVAMENTE INFORMATA
Circa venti anni fa, ho sviluppato un metodo che ho chiamato mediazione emotivamente informata. La mediazione emotivamente informata riconosce il potere delle emozioni nel divorzio, ma il metodo costituisce anche un approccio di soluzione dei problemi a breve termine. La mediazione emotivamente informata è focalizzata sulla soluzione di conflitti legali, non sul condurre una terapia familiare. Ad ogni modo, il mediatore usa la conoscenza di emozioni potenti nel divorzio per educare i genitori non solo circa le questioni legali e i bisogni dei figli, ma anche riguardo alle loro proprie imprevedibili emozioni. Affrontare le emozioni e stabilire nuovi confini costituisca il nodo critico per far sì che il divorzio funzioni per i bambini
Marcellino Vetere
RELAZIONE INTRODUTTIVA ALLE SESSIONI DI MEDIAZIONE FAMILIARE 1
La Mediazione è uno dei metodi cooperativi per la risoluzione dei conflitti. La famiglia è spesso teatro di conflitti.
Negli anni il sistema famiglia è stato protagonista di un grande cambiamento di costume e di struttura arrivando alla famiglia nucleare che dipende dalle istituzioni per far fronte ad una vasta gamma di bisogni. Breve excursus sulla storia dell’attività di mediazione fino ad arrivare al modello AIMS, per poi affrontare i temi della transizione della crisi di coppia e del lutto che segue la separazione. Si arriva quindi alla fase di consulenza in merito alla quale si valuta che per alcuni casi e in alcune circostanze la mediazione è già oltre il limite
Serena Biagini
MEDIAZIONE FAMILIARE E COMPETENZE EMOTIVE DEL MEDIATORE
Aspetti Evolutivi del processo Separativo.
Viene trattato il tema del processo separativo come momento ricco di forti emozioni, quali dolore e rabbia che possono tuttavia portare ad un processo di trasformazione e di crescita. Particolare importanza viene data a quelle emozioni che il mediatore familiare dovrà gestire in maniera oculata in quanto di tono diverso per i due membri della coppia in via di separazione. Per questo motivo i mediatori devono essere formati a dovere perché possano affrontare le accese situazioni di conflitto a cui si assiste nelle separazioni, è necessario un vero e proprio lavoro sulle competenze emotive volto a creare un clima di collaborazione di empatia e di ascolto, isolando le proprie emozioni da quelle dei clienti.

Lucia Caputo, Simona Dino Guida, Patrizia Mazzei, Roberta. Cirignano
Il CENTRO DI CONSULENZA E SOSTEGNO ALLA FAMIGLIA-SERVIZIO DI MEDIAZIONE FAMILIARE - DELLA COOPERATIVA SOCIALE SORRISO - COMUNE DI SALERNO:ORGANIZZAZIONE, INTERVENTI E OBIETTIVI.
Le autrici da una verifica statistica, eseguita analizzando le schede di registrazione degli interventi per i singoli casi, individuano punti di forza e di debolezza di un servizio pubblico (in quanto convenzionato dall’ente Comune) diretto al disagio familiare.
Utilizzando l’ottica sistemica, infatti, hanno provveduto in prima istanza ad identificare gli attori protagonisti del sistema in cui il Centro opera:
1. Definizione dell’utenza;
2. Definizione dell’inviante, in base alle competenze.
In un secondo momento hanno provveduto a definire la tipologia della domanda d’intervento, verificando l’assonanza tra quanto dichiarato dall’inviante e quanto emerso dall’analisi della domanda con l’utente.
Un ultimo passo è stato quello di analizzare i risultati dei servizi offerti.
Ester Livia Di Caprio, Paolo Gritti
LA FUNZIONE GENITORIALE NELLE NUOVE CONFIGURAZIONI FAMILIARI: I VANTAGGI DEL SETTING DI MEDIAZIONE.
I due autori affrontano il tema della funzione genitoriale nelle nuove configurazioni familiari, come ad esempio nelle famiglie ricostituite, o nei nuclei monoparentali ecc.
In questo nuovo panorama si situa la mediazione sistemica, di cui viene trattata l’organizzazione del setting volto a favorire clima comunicativo e disteso. Viene inoltre posto l’accento sull’ intervento di COUNSELLING familiare sistemico che mirando ad incentivare le capacità di ricerca di soluzioni alternative sia da parte dei singoli componenti che da parte di tutto il network familiare, può risultare egualmente efficace.
Giuliana Ferreri
L’esperienza dei LABORATORI per SEPARATI di TORINO
Quando c’è separazione o divorzio viene a mancare la dimensione corale cioè la partecipazione collettiva, fatta anche di rituali: rimane come unica celebrazione la registrazione burocratica presso un tribunale! Con la costituzione di un gruppo di persone separate si è voluto superare l’individualismo del vissuto della separazione proponendo una sorta di operazione mentale comprendente l’interiorizzazione della fine della coniugalità o convivenza ma nello stesso tempo portando in salvo la fiducia nei legami e nei rapporti affettivi compresi gli scambi generazionali.


Roberta Marchiori
"IO NON DORMO COL NEMICO":
LA SOFFERENZA, LA CONFUSIONE, IL CONFLITTO DI LEALTÀ DEI FIGLI QUANDO I GENITORI NON RIESCONO A MODIFICARE LE PREMESSE SULLE QUALI FONDANO IL LORO DISACCORDO.
Il sistema famigliare, separato o in fase di separazione, si trova ad attraversare una trasformazione complessa, e traumatica, rispetto a sé stesso e al contesto in cui è inserito. Il lavoro presentato sottolinea l'importanza della mediazione intesa come spazio privilegiato nel quale i componenti della famiglia sono stimolati a ridefinire e riconoscere i ruoli e le relazioni della propria organizzazione.
La messa in discussione delle premesse famigliari e della visione dell'altro diventa tanto più necessaria quanto più i figli si trovano invischiati nella rigidità del conflitto genitoriale, come esemplificato nel caso analizzato. Più la coppia è in conflitto più i figli, infatti, rischiano di essere "utilizzati" più o meno esplicitamente come armi per dimostrare l'incapacità dell'altro genitore o come alleati che devono dimostrare "lealtà" verso un genitore contro l'altro, con grave rischio per il loro sviluppo psicologico. In questi casi il percorso di mediazione appare particolarmente complesso ed impervio.
Le modalità di aggancio e di lavoro con queste famiglie richiedono spesso il coinvolgimento anche degli altri attori coinvolti nel conflitto: gli altri famigliari, gli avvocati o enti sociali. Durante il percorso vengono quasi sempre invitati in più incontri anche i figli, per aiutare quest' ultimi ha uscire dalle scomode posizioni in cui sono bloccati e per attivare nei genitori in modo più diretto il ruolo di papà e mamma.
La struttura del processo conversazionale di mediazione deve permettere alla famiglia di realizzare dei percorsi sequenziali significativi tra passato presente e futuro che le permetta di trovare storie alternative al conflitto. A tal fine, nel percorso di mediazione è fondamentale riuscire a destabilizzare le posizioni rigide e stimolare i singoli componenti a riorganizzare le relazioni familiari, ridefinire le proprie premesse e a comprendere il significato sempre attivo del loro agire, per raggiungere, modalità relazionali basate il più possibile sulla costruttività, la collaborazione e il reciproco riconoscimento.

Paola Mari, Luigi Onnis
QUANDO AL TAVOLO DI MEDIAZZIONE NON C’E’ LA COPPIA GENITORIALE
L’articolo affronta il tema della mediazione nella famiglia allargata, in particolare quando il conflitto che si sviluppa intorno e “per” il minore, visto come “bene” che appartiene a due stirpi, vede contrapporsi membri diversi delle famiglie di origine, in genere i nonni, tra loro o contro uno solo dei genitori.
Queste storie sono sempre segnate da grandi sofferenze e peripezie e i protagonisti si trovano incastrati in copioni di conflitto, che traggono origine e ruotano intorno a tematiche di particolare pregnanza e forte impatto emotivo, che si riconnettono al tema della perdita, reale o simbolica.
Vengono affrontati quindi gli aspetti teorici e metodologici relativi a questa specifica forma di mediazione dei conflitti familiari, che spesso si colloca in una cornice coatta, volta alla tutela dei minori.


Aldo Mattucci
LA MEDIAZIONE FAMILIARE: LIMITI E RISORSE
Nell’intervento viene posta l’attenzione, su alcune questioni che attengono alla separazione coniugale, all’intervento di aiuto che può essere realizzato in tale contesto e infine alla formazione degli operatori che operano nel cosiddetto campo psicogiuridico.

Mariarosaria Menafro
MEDIARE LE STORIE: TECNICHE DI INTERVENTO NEI CONFLITTI TRA GENITORI E FIGLI ADOTTIVI.
La dott.ssa Menafro sottolinea come nell’ultimo decennio il contesto elettivo entro il quale si e' sviluppata la mediazione sia stato caratterizzato dai casi di separazione, ma anche che è stato registrato un aumento ugualmente significativo di richieste di intervento mediatorio in situazioni che esulavano dai divorzi ma che riguardavano altri contesti familiari. Come le conflittualità scaturite da adozioni difficili. Questo ha permesso, evidenzia l’autrice, di sperimentare nuove metodiche e di affrontare nuovi temi.
Andrea Mosconi
IPOTIZZAZIONE E PROCESSO “MEDIATORIO”:
EFFETTI PRAGMATICI DELL’USO DELL’IPOTESI NEL PROCESSO DI COSTRUZIONE DI SIGNIFICATI CONDIVISI IN MEDIAZIONE FAMILIARE
L’articolo propone una riflessione attorno al tema della funzione dell’ipotesi sistemica nella gestione del percorso di mediazione. La principale considerazione è che la situazione di conflitto coinvolge la coppia a tal punto da comportare una perdita del senso del tempo e del contesto dei fatti. Tutto, infatti, è vissuto come giudizio reciproco, oggettivo, immutabile e legato al gioco delle colpe. Tale situazione di “reificazione” dei pensieri coinvolge spesso anche il mediatore con l’effetto che tutto il sistema “mediante” può collassare. In tale situazione si propone l’idea che il processo conversazionale di costruzione dell’ipotesi sistemica sia in grado di agire nel senso di reintrodurre TEMPO e CONTESTO nel vissuto e nel pensiero dei contendenti. Esso inoltre agisce nel senso della depatologizzazione e decolpevolizzazzione. Contribuiscono in tal senso sia il contenuto dei temi trattati per la costruzione dell’ipotesi, sia le premesse implicite che guidano una descrizione sistemica dei fatti.
Mariarita Teofili
GIUDICE DI PACE
Con questo contributo, ha voluto offrire una sintetica relazione sull’impiego della Mediazione Familiare presso il Tribunale di Roma.
In quanto la Mediazione, quale servizio alternativo a quello offerto dal sistema giudiziario, presenta tutte le caratteristiche per essere strumento efficace di superamento del conflitto, mediante la restituzione di competenze genitoriali messe a tacere da dissapori personali. Tuttavia i giudici del tribunale di Roma si sono trovati in difficoltà perché spesso alla mediazione si approda dopo essere arrivati in tribunale e non prima e spesso capita che per problemi burocratici sia la CTU a snaturare il suo ruolo e a dover applicare una qualche sorta di tentativo di mediazione.
L’autrice propone come soluzione la regolamentazione della mediazione familiare all’interno del processo giudiziario, pur salvaguardando comunque la natura spontanea dell’accesso.

Luca Pappalardo
MEDIAZIONE GIURIDICA: UN PROBLEMA DI DEFINIZIONE DEL CAMPO DI CONOSCENZA.
Questa relazione propone una riflessione sulle contraddizioni soggiacenti alla definizione di Mediazione giuridica.
Dopo aver dato una definizione di entrambi i termini, Pappalardo si spinge nel vivo delle contraddizioni a partire dal fatto che la Legge non prevede esplicitamente nei suoi articoli la mediazione giuridica, e poi ancora le diverse caratteristiche delle utenze che le contraddistinguono. Proseguendo nelle sue riflessioni cita dei contributi teorici di Cigoli e Canevelli e Cirillo riguardo la motivazione e il ruolo della Mediazione.
Luciano Tonellato
CONSULENZA TECNICA D’UFFICIO IN SITUAZIONI DI SEPARAZIONE E DIVORZIO: SIGNIFICATO, IMPLICAZIONI ED EFFICACIA DI UN INTERVENTO CLINICO
L’autore vuole approfondire e chiarire alcuni possibili fraintendimenti che spesso si presentano nel contesto psico-giuridico relativamente all’espletamento della Consulenza Tecnica d’Ufficio e in particolare sul suo uso secondo un’ottica clinica.
Inoltre, coerentemente con un 'impostazione della Consulenza secondo il modello sistemico-relazionale, cerca di costruire delle linee guida, di focalizzare strumenti di intervento e il loro corretto uso, ovvero di superare una Consulenza che fotografi l’esistente cristallizzando i limiti mostrati dal sistema-famiglia, a favore di una ricerca e di una valutazione delle strategie in grado di attivare le risorse presenti nel sistema stesso, secondo l’impostazione adottata presso i Centri Co.Me.Te..

Alberto Vito
LE STRATEGIE DI MEDIAZIONE NELLA RISOLUZIONE DELLE SITUAZIONI DI CONFLITTUALITÀ FAMILIARE DOPO UN LUTTO
Il dott.Vito tratta dapprima il tema della conflittualità all’interno della famiglia e della coppia in generale poi ci presenta il tema in un contesto particolare quello che si viene a creare a seguito della morte di un genitore, tra il genitore sopravvissuto e i genitori del coniuge scomparso, in merito ai rapporti tra i nonni ed i nipoti. Viene quindi proposta una via di intervento possibile.


Francesco Di Ciò
GIUSTIZIA RIPARATIVA E MEDIAZIONE PENALE MINORILE IN ITALIA
L’autore tratta l’importanza della mediazione come strumento alternativo all’intervento giudiziario. In particolare il suo contributo verte sulla mediazione penale minorile e sulle procedure adottate durante questo delicato percorso. Concludendo con un’analisi sugli aspetti organizzativi e professionali degli Uffici per la Mediazione e con delle osservazioni su quali potrebbero essere gli scenari futuri.


Laura Mattucci
LA MEDIAZIONE PENALE NEL SISTEMA MINORILE
La relazione affronta il tema della giustizia riparativa e, nella specie, della mediazione come due realtà che rappresentano un paradigma di giustizia autonomo e alternativo al modello “classico” di giustizia penale.
Secondo la Mattucci la mediazione e la riparazione possono considerarsi a pieno titolo come modelli di “problem solving” di tipo negoziale, giacché consentono una restituzione del conflitto alle parti. Sviluppare la mediazione nell’ambito giudiziario minorile significa provare a creare l’elemento caratterizzante, il luogo in cui reo e vittima hanno la possibilità di riaprire una comunicazione interrotta dal reato, o di costruirne una nuova. La giustizia minorile, ancora una volta, si mostra come luogo più opportuno ove far germogliare e crescere la mediazione come vero e proprio strumento di azione, di cui poi vengono trattate le dinamiche e i meccanismi.


Giuseppe Ruggiero
DALLA MEDIAZIONE AL COUNSELLING: UNA NUOVA PROPOSTA FORMATIVA.
L’Aims come Associazione vanta il maggior numero di soci anche grazie ad una idea forte che è quella di: formare in maniera completa un operatore sistemico, che sia in grado di mediare i conflitti. L’Aims fa un altro passo quello di aprirsi all’area del counselling offrendo un’opportunità concreta per tutti gli operatori che, in differenti contesti lavorativi, partecipano ai processi relazionali finalizzati all’evoluzione dei sistemi umani.
Il Dott. Ruggiero, in questo contributo, presenta il risultato di un primo lavoro di elaborazione sul tema del Counselling Sistemico, svolto all’interno della Commissione didattica, da lui stesso coordinata, illustrando le caratteristiche generali del percorso formativo in counselling ad orientamento sistemico-relazionale.
Conclude qualche riflessione personale sul fenomeno della proliferazione delle professioni di aiuto.

1 commento:

blogger ha detto...

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